Diario di Lavoro
appunti dalle prove di Giorgio Strehler
12-23 dicembre 1997

Vi vedo per la prima volta tutti insieme; mi sembrate molto disciplinati, molto seri, pero già intuisco che fra di voi ci siano dei rapporti fraterni, che e possibile creare un gruppo. Un gruppo, non prima e seconda compagnia. Semplicemente, necessariamente, prima canteranno alcuni di voi e poi gli altri. L'importante e sapere che ognuno, pur con la sua individualità, è intercambiabile, deve sapere fare le stesse cose. Perché‚ l'idea che sta sotto quel sorriso, quel gesto e identica.

Prima di cominciare le prove con voi ho accarezzato per un momento il sogno che voi non aveste mai né cantato né visto Così fan tutte. Che la vostra "prima volta" fosse proprio con questo vecchio signore che ha in mente un Così fan tutte molto diverso dal solito, per certi aspetti rivoluzionario. Vi dico subito che non sarà facile farlo, ma che non dovete avere paura. Occorre essere freschi, spontanei, felici, avere dentro la voglia di giocare, ma anche essere sereni, questo sì, perché quest'opera è così cara al mio cuore e mi sembra cosi grande. E cosi grande quello che ha fatto il genio di Mozart sul libretto di Da Ponte, un simpatico avventuriero che pero sapeva molto sulla vita e sull'amore, sulla loro vanità. E ha scritto quest'opera pensandola come un "giochetto", da vecchio libertino. E invece... ecco la grandissima musica di Mozart, anche se nella trilogia che comprende Don Giovanni, Le Nozze di Figaro, accade che Così fan tutte sia spesso considerata un'operina. E invece è solo l'ultima della trilogia delle passioni: Le Nozze di Figaro, sulla variabilità dell'amore; Don Giovanni: la tragicità delle passioni e delle non passioni in contatto continuo. E poi, ecco Così fan tutte: un "giochetto"? Ma no, un'opera meravigliosa, piena di musica semplice, naturale.

Anch'io vi chiederò semplicità, naturalezza, che è la cosa fondamentale in tutte le arti... meno si appare e più si è grandi... anche se non e una storia realistica, sembra che nascesse da una vicenda accaduta a Trieste, di cui avevano parlato le gazzette dell'epoca. Così fan tutte è vero teatro musicale nel senso che attraverso la musica Mozart "vedeva" l'azione, ne suggeriva gli sviluppi in una concatenazione perfetta, ma semplice. In ogni gesto noi dovremo ribadire tutto questo e saremo molto aiutati se seguiremo la verità della sua musica. Quello che dobbiamo fare tutti noi comporta delle enormi difficoltà stilistiche perché‚ ci troviamo di fronte a un'opera oscillante, misteriosa. Come i sentimenti: le due sorelle di Ferrara, Dorabella e Fiordiligi amano o forse no. I due uffcialetti eleganti, nella loro bella divisa candida, amano o forse no. O forse sì. È vero o è falso quello che succede? È impossibile, direte voi, a meno che non lo si veda come una parabola...

Ma, ragazzi, ve lo ripeto ancora: o ce la facciamo a mettere in luce il lato sconosciuto di quest'opera assolutamente ambigua dove l'incerto, il vero, il falso, la passione, da gioco possono diventare veri o il contrario oppure e meglio rinunciare. Dunque abbiamo queste due ragazze e questi due ufficiali che poi si trasformeranno in albanesi, valacchi, turchi, non importa cosa; quello che importa e che sono esotici, che sono "altri". Alle due ragazze piacciono, perché‚ sono divertenti, sono meno formali e le donne si sa guardano al sodo. Il Guglielmo finto è meglio di quello vero; il Ferrando albanese e più eccitante... Prima sono due giovanotti ingenui, con qualche difficoltà. Improvvisamente un vecchiaccio che la sa lunga, Don Alfonso, gli dice: "attenzione ragazzi che le donne sono tutte uguali, tutte pronte a tradire se occorre". Loro no, loro credono che l'amore sia eterno, che non si tradisce. Anche noi quando eravamo giovani l'abbiamo pensato. Poi ci siamo accorti che la vita è più complessa... soffrendo come cani, magari.

Ecco, all'inizio, siamo in un caffè. C'è questo signore che la sa lunga, un po' smagato, un po' corruttore, un po' intellettuale, un signore dei lumi, scettico e scalcagnato, che beve caffè, legge giornali, e da lezioni di erotismo perché‚ è un libertino. Ragazzi, dovete mettervelo bene in testa: questa è un'opera erotica, piena di desiderio e di sesso. Non è una storia edificante di ragazzine e ragazzini un po' stupidi: è la storia di persone che si amano, che si desiderano, che desiderano scambiarsi, come succede nella vita. Così fan tutte? Ma no, così fan tutti, piuttosto. Mica è un'opera contro le donne: figurarsi Mozart e Da Ponte. No, qui tutti si desiderano, tutti tradiscono, tutti mentono...

Il pubblico capisce subito che quei personaggi si comportano come succede anche a noi. E allora... perdoniamoci perché‚ tutti siamo capaci di sbagliare... un po' di pietà e di bontà uno per l'altro, perché‚ non solo noi personaggi, non solo noi che cantiamo, non solo noi che facciamo il teatro, ma anche quelli che ci ascoltano e ci vedono possono sbagliarsi... Adesso mi guardate così come se dicessi chissà cosa; ma quando sarete più maturi vi ricorderete di quello che vi ha detto questo vecchio signore, di quello che vi ha chiesto. Ragazzi, la vita è questo. Tutto è in movimento nella vita, niente è fermo, inerte, freddo. La coppia è un fatto provvisorio, può sempre rompersi e rovesciarsi. Le passioni non sono mai definitive, ma momentanee. L'eros è sempre al di la delle convenienze. Se ci sono convenienze si superano con trucchi, commedie, finzioni teatrali, scuse o altro. Ma bisogna avere comprensione perché‚ tutti siamo pieni di colpe. Voi mi direte... ma noi no, noi siamo diversi. Ma no, magari non l'avete ancora fatto, ma lo farete perché‚ siamo fragili... Mozart ci raccomanda di non farne una tragedia; bisogna tenere presente che la realtà della vita è complessa e terribile. A Mozart piacevano le ragazze; ma sapeva che anche Costanza non se ne stava quieta ad aspettarlo e con indulgenza le scriveva "comportati con discrezione ai bagni di Baden Baden...". Un uomo che conosceva il bene e il male e che con un sorriso ironico e perfino un po' cattivo, ma anche con una certa pietà ci diceva che l'uomo e la donna sono esseri ben fragili...

Pensate a Così fan tutte: quando le coppie si sono scompaginate, quando c'è stato l'inganno, quando c'è stato il tradimento, ecco le due ragazze dire "perdono, perdono non lo faremo più..." Sara vero? Non importa, non prendiamocela tanto. Ragioniamoci su, si può cambiare umore e comportamento con rapidità e dove c'era da piangere si può ridere... In Così fan tutte c'è tanto sorriso -dolce, farsesco-, ma c'è anche, alla fine, pietà per noi povere marionette che recitiamo con relativa sincerità l'amore. Alla fine ci si scambia sempre le parti. Questo gioco che è proprio della vita umana Mozart l'ha colto e messo in una luce crudele, ridicola e pietosa al tempo stesso. "Che povere e ridicole cose siamo noi umani quando amiamo".

Giorgio Strehler, Diario di Lavoro
Testo a cura del Nuovo Piccolo di Milano - Teatro d'Europa

Foto: Luigi Ciminaghi / Milano