Cristoforo Colombo
Descrizione delle scene


Prima parte

Scena 1
Processione
Palcoscenico vuoto. In primo piano uno schermo trasparente con informazioni manoscritte, "quest'opera è basata sull'origine del nome di Colombo dal latino columb, la colomba". Sullo sfondo su un altro schermo vediamo la pellicola di una colomba in un volo infinito.
La danzatrice della colomba, quindi un alter ego di Colombo, rompe l'uovo dell'innocenza.
La musica inizia, lo scrittore e il narratore appaiono in primo piano a sinistra del palcoscenico - con due piccole eccezioni - rimarranno per tutto il tempo dell'opera. Al centro del palcoscenico, tra lo schermo frontale e il posteriore e tra i due schermi di sinistra e di destra, cammina Colombo, il suo mulo, il suo secondo alter ego, il folle, e altri.
Una prima entrata del diario dello scrittore appare manoscritta sullo schermo frontale.

Scena 2
Il narratore
Il narratore si rivolge al pubblico: "Questo diario vi racconterà ciò che lo indusse ad intraprendere il viaggio."

Scena 3
E la terra era un vacuo deserto
La colomba danzante dipinge con un pennello un uovo su uno schermo trasparente più piccolo. Sullo sfondo il reticolo meridiano di una sfera. Manoscritto sullo schermo posteriore.

 

Scena 4
Cristoforo Colombo e la posterità
L'ombra della struttura per i due cori in fondo, che cantano: "Cristoforo Colombo, vieni a noi."

Scena 5
Le quattro Allegorie
Le quattro Allegorie, verde invidia, lilla ignoranza, giallo orgoglio (specchio) e rosso bramosia (croce), discendono insieme, con l'accusatore del re (indice-bastone), sulle portantine dal soffitto. Colombo deve difendersi contro queste accuse.

Scena 6
Attacco delle colombe
Colombo (e il suo alter ego) si difendono. Sullo sfondo la colomba in un volo infinito. Colombo gira intorno con la piattaforma girevole del palco.

Scena 7
La corte d'Isabella la Cattolica
La corte spagnola come un gruppo di bambini viene fuori dallo sfondo nero. La regina Isabella, da bambina, dà il benvenuto ad un sultano in visita e accetta il suo dono, una colomba, a cui offre il suo anello e la lascia libera.

Scena 8
La colomba al di sopra dell'oceano

Scena 9
La missione di Cristoforo Colombo
Colombo legge la sua maggiore fonte d'ispirazione, "Il Milione" di Marco Polo. Sullo schermo frontale scritture in arabo, ebraico, e altre lingue, taglio verso un reticolo geografico, e una pellicola con una giovane regina e la colomba nelle sue mani.
Il viaggio di Colombo e dei suoi alter ego, la colomba e il folle, al di sopra dell'oceano: sugli schermi reticoli in prospettiva, una vecchia mappa di piccole isole, e su quelli di sinistra e di destra l'oceano in movimento.

 

Scena 10
Cristoforo Colombo incontra il marinaio moribondo
Il narratore inizia la sua storia: "Cristoforo Colombo alle Azzorre."
Ancora il mare sugli schermi di sinistra e di destra, su quello frontale il manoscritto di Colombo. Nello spazio centrale, luogo di pensieri e di ricordi tra gli schermi, gli alter ego di Colombo, il folle e la colomba, stanno sforzando un marinaio moribondo a confermare l'esistenza dei paesi occidentali. Sullo schermo frontale una vecchia mappa delle Guinee e delle Azzorre.

 

Scena 11
Cristoforo Colombo e i suoi creditori
Il narratore: "Cristoforo Colombo sta arrivando a Lisbona."
I creditori di Colombo, con scarpe dai tacchi alti come il gruppo di corte in Prospero's Books, si beffano del debitore (il coro canta: "Pagate, Cristoforo Colombo! Pagate, Cristoforo Colombo!") e tuttavia lo finanziano capendo che questo è l'unico modo per ricevere il loro denaro indietro. Sullo sfondo in movimento disegni di città in bianco e nero di Greenaway.

Scena 12
Cristoforo Colombo richiede un'udienza con il Re di Spagna
L'arrogante maestro delle cerimonie schernisce Colombo: "Hai del denaro?"

Scena 13
La Regina Isabella nella chiesa
Il narratore inizia: "Ma ora appare la Regina Isabella."
La regina prima da sola al centro del palcoscenico, poi attorniata da quattro suore genuflesse in preghiera, sullo sfondo un coro con candele, tra il coro e la regina passano quattro persone nude trasversalmente al palco, sullo schermo posteriore appare sulla parte superiore di uno schizzo in bianco e nero l'ombra di un cavaliere nudo sul suo cavallo, sullo schermo frontale la colomba in volo taglia verso la suddetta scena della colomba nelle mani della giovane regina.

Scena 14
Il reclutamento dei marinai
Il narratore spiega: "Il porto di Paro."
Di nuovo la Regina Isabella da bambina. La sua corte e anche tutti i bambini portano con se le tre navi di Colombo come giocattoli. I disegni delle navi si spostano sullo schermo frontale. La terra e il palcoscenico ruotano con Isabella nel centro.

Scena 15
Cristoforo Colombo e l'ammutinamento
Il narratore racconta: "E ora comincia la grande scena. La famosa scena dell'ammutinamento dei marinai."
Colombo siede al centro del palcoscenico su una portantina sospesa al soffitto a metà dell'altezza del palco, attorniato da tre modelli delle sue navi e dai suoi marinai in circolo sul palco. Sugli schermi laterali e su quello posteriore cade (come all'inizio di Prospero's Books) ripetutamente su una piatta superficie d'acqua una goccia, provocando delle onde, sullo schermo frontale vediamo un reticolo piano con sezioni da 20 a 20, al centro di esso un cerchio con una lancetta rotante che si trasforma in un asse in rotazione, e poi in una croce puntata al centro dei quattro cerchi.

Colombo implora ai suoi marinai tre giorni di pazienza. In grossi caratteri rossi appaiono le parole: "Tre Giorni."

Scena 16
La scoperta dell'America
Sullo schermo frontale una pellicola con in primo piano dei piedi nudi che camminano dal mare verso la spiaggia. Sul palcoscenico il gruppo di marinai si divide in due parti, spostandosi ai lati aprendo la vista e il passaggio ad un gruppo di portatori di torce, gli indiani che camminano molto lentamente sono nudi, a parte le loro lunghe acconciature stravaganti.

Sullo schermo frontale fotografie e pellicole di brasiliani nativi.


Seconda parte

Overture
Sugli schermi laterali come nella scena 15 una goccia d'acqua sta cadendo su un mare calmo generando delle onde, questa volta proiettata con luce rosso sangue.
Sullo schermo frontale la fotografia di un brasiliano rigidamente in piedi in un'uniforme attillata. Sullo schermo posteriore il coro. Il folle dipinge un cerchio sul pavimento del palco. Sullo schermo frontale entrata del diario manoscritto ("Tutti camminano nudi come la loro madre li ha messi al mondo"), di seguito un grafico girevole mescola cerchi, un quadrato e un uovo.

Scena 17
Il Re di Spagna e i tre saggi
Narratore: "Cristoforo Colombo ha dato nascita ad un nuovo mondo. (...) I nativi amichevolmente danno il benvenuto agli stranieri, pieni di fede come bambini, tu vuoi che diventino sudditi del tuo Re, della chiesa."
Sullo schermo frontale e posteriore: vecchie pellicole in bianco e nero di brasiliani danzanti, nudi eccetto le loro lunghe acconciature.

Cambio di scena: il Re di Spagna si sposta su un seggio con delle gambe molto lunghe fuori della piattaforma del palcoscenico in alto e vicino al soffitto i suoi consiglieri, un astrologo, un filosofo e un generale s'informano della salute d'Isabella ammalata e condannano le disastrose avventure di Colombo: "Dovremmo metterlo al rogo, Cristoforo Colombo". Dapprima su quello frontale e poi sullo schermo posteriore una pellicola con Isabella, quando da bambina girava in tondo e su quello frontale un dipinto con i ritratti del re e della regina.

Scena 18
Cristoforo Colombo impugna l'albero maestro
Narratore: "Durante il suo terzo viaggio Cristoforo Colombo fu riportato indietro in Spagna (...) come prigioniero in pesanti catene."
L'intero centro del palcoscenico si sposta verso l'alto con il cuoco, che imprigionò Colombo, e la colomba sulla parte superiore mentre Colombo rimane all'interno nella cabina della nave.
Sullo scafo della nave/palco vediamo una pellicola di un mare in tempesta con tuoni e fulmini, taglio alle illustrazioni del XIX secolo con serpenti come mostri di mare, di seguito una pellicola di fuoco, taglio alle pitture di Bocklin dei quattro cavalieri apocalittici (pestilenza, guerra, carestia e morte), poi tagli di immagini dell'inferno di Bosch ("La tentazione di Sant'Antonio," Lisbona), e in fine Eating of Saturn di Goya.
Il cuoco implora Colombo di riscattare la nave dalla tempesta, Colombo esegue mentre invoca il nome di Giovanni evangelista: "Esisteva un uomo chiamato Giovanni."

 

Scena 19
La coscienza di Cristoforo Colombo
Il cuoco si appella a Colombo: "Non riconosci la tua coscienza?"
Cambio veloce di fotografie e film, prima in bianco e nero poi a colori, immagini su tutti e quattro i principali schermi di proiezione presentando aborigeni, inquinanti ciminiere, agenti di cambio, fuggitivi, africani affamati (coro: "Vedo l'Africa inviare navi colme di carne."), campi di concentramento, etc.
Quattro cortigiani discendono dal soffitto e lo accusano, mentre vediamo pellicole di bambini vietnamiti che corrono nudi ustionati dal napalm, bambini sudamericani che lavorano, alberi che cadono nella foresta pluviale, filmati con Martin Luther King, Nelson Mandela, membri del Ku Klux Klan, razzisti bianchi sudafricani, pozzi petroliferi in fiamme del Kuwait, Kissinger, assemblee dell'ONU, dimostrazioni, sganciamenti di bombe, città in fiamme, città distrutte, soldati su una costa e finalmente solo le parole sullo schermo posteriore, spiegano a Colombo e a noi che il geografo tedesco Waldseemuller nominò il nuovo continente America dopo l'italiano Amerigo Vespucci. Gocce d'acqua su tutti gli schermi.

Scena 20
Cristoforo Colombo e Isabella
Isabella è morta, tuttavia il suo anello consente a Colombo di volare in paradiso. Sullo schermo posteriore il viso di una donna con gli occhi chiusi, sugli schermi laterali gocce d'acqua, fino a che il coro vestito di nero cammina lentamente fuori dallo sfondo oscuro.
Isabella è in piedi su un carro a quattro ruote (come un cavallo di Troia?) coperta da un velo bianco. Colombo toglie il velo. Nel cerchio attorno a loro sta il coro che porta le candele. Sullo schermo frontale il testo manoscritto: "Le ultime volontà della Regina Isabella di Spagna."

Scena 21
Cristoforo Colombo e il suo mulo
Narratore: "Cristoforo Colombo è ora di ritorno in Spagna."
L'oste esige il pagamento da Colombo e lo minaccia di impossessarsi del suo mulo. Sullo schermo frontale vediamo la pellicola del folle disteso sul mulo. Colombo cammina dalla parte anteriore, il palco del narratore, verso il centro, il palco dei ricordi, e il suo alter ego: "Vengo da te". Si rivolge al narratore: "Non potresti aiutarlo, così potrebbe mantenere il suo mulo?" Narratore: "No, non possiamo aiutarlo" Colombo: "Ebbene, allora lasciatemi andare da lui!" Coro: "Cristoforo Colombo. Perdonaci" Fuori dallo sfondo oscuro appare Isabella con la sua corte vestita con magnifici abiti bianchi (da sposa) ma con le mani rosso sangue.

Scena 22
Nel paradiso dell'Idea
Narratore: "Ogni cosa è bianca.(...) Ogni cosa è chiara. Non è stato scritto: se non diventassimo come bambini, mai e poi mai raggiungeremo il regno dei cieli?"
Una stupenda melodia di un flauto e un volo infinito al di sopra di montagne innevate sugli schermi laterali accompagnano la canzone d'Isabella. Il sultano della scena 7 le si avvicina: "Depongo questa chiave ai piedi di Vostra Maestà. Queste sono le chiavi per l'altro mio magnifico regno."
Il sultano le rammenta il suo dono, la colomba. Sullo schermo frontale appare Isabella da bambina, che offrì il suo anello alla colomba e le diede la libertà. Isabella vuole seguire Colombo in paradiso.

Scena 23
Alleluia
Il narratore e lo scrittore scendono verso la piattaforma del palcoscenico. La corte ci si avvicina sul davanti del palco. La neve cade sullo schermo frontale. Il coro secondo scende dalla struttura nello sfondo e si mischia con la corte. Tutti si tolgono i vestiti fino a che rimangono nudi o in sottoveste di color grigio di fronte al pubblico.
Sugli schermi cambio veloce di fotografie di diversi aborigeni come Diné, brasiliani, africani, mentre tutti tranne Colombo e ambedue gli alter ego, il folle e la colomba, cadono al suolo.


Fine


Copyright © Uwe Hemmen 1995-1999
traduzione di Barbara Pagnoni