IL GAZZETTINO
12 Novembre 2005

Inaugurazione della Fenice all'insegna della protesta
Venezia: proteste per i tagli alla cultura

Venezia. Dopo il debutto all'insegna delle proteste per i tagli alla cultura, culminati con l'appello dal palco del sindaco Cacciari e con l'interruzione polemica del coro del "Va' Pensiero", proseguirà fino al 23 novembre la rappresentazione de "La juive" (l'ebrea) alla Fenice.

Opera tragica e inquietante, capolavoro del Grand-Opera francese, "La juive" di Fromental Halevy ha inaugurato comunque con grande successo la stagione lirica 2005-06 del teatro veneziano.

Un'opera che vede al centro della storia il tema dell'intolleranza religiosa, carica di ambiguità e nodi irrisolti, e da 70 anni assente dalle scene italiane. Qui viene proposta nell'allestimento della Wiener Staatsoper e diretta da Frederic Chaslin, per la prima volta in francese alla Fenice e arricchita dall'esecuzione integrale dell'Ouverture. La scelta di Sergio Segalini, direttore artistico del teatro veneziano, è caduta sull'opera di Halevy anche perché in questo lavoro, ha detto, "è racchiuso tutto l'Ottocento. È un intero mondo musicale che nasce con 'La juive ', un'opera che ha influenzato Verdi, Wagner, Mahler e che dunque meritava questa rinascita".

L'opera sarà presentata, per la prima volta a Venezia in lingua originale, nell'allestimento del Wiener Staatsoper con la regia di Gnter Krämer; le scene di Gottfried Pilz e i costumi di Isabel Ines Glathar.

La regia di Gunter Kramer attualizza la messa in scena portandola a tempi, luoghi, costumi (a cura di Isabel Inez Glathar) e scene (Gottfried Pilz) a noi più vicini. Del resto, lo stesso Neil Shicoff, il tenore che qui interpreta l'ebreo Eleazar e che ha ricevuto ieri sera i convinti applausi del pubblico anche a scena aperta, ha sostenuto questa attualizzazione.

"È un'opera contemporanea e politica - ha spiegato - di grande spessore sociale. Sono infatti molti i paralleli che si potrebbero fare con situazioni di intolleranza e fanatismo politico e religioso anche oggi sotto il nostri occhi. Eleazar potrebbe essere oggi un padre palestinese. Nel sostenere questo ruolo sento tutto il peso dell'impossibilità di dialogare, il fardello tragico del fanatismo e dell'intolleranza".

Prima vittima qui sacrificata al fanatismo e alla sete di vendetta è la giovane Rachel (interpretata da un'applauditissima Iano Tamar), la figlia adottiva dell'ebreo che alla fine si rivela essere invece la figlia del cardinale Brogni, che questi credeva fosse morta bambina insieme alla moglie. Una rivelazione che giunge solo all'ultimo momento, quando ormai la tragedia si irrimediabilmente compiendo, per voce dell'ebreo Eleazar, che compie così un deliberato estremo gesto di odio e di vendetta verso i cristiani che lo stanno portanto al patibolo insieme a Rachel.

Bruce Sledge invec veste i panni di Leopold, uomo amato dalla giovane Rachel e conteso alla principessa Eudoxie, interpretata dal soprano Annick Massis. Convincente e dolorosamente appassionato Roberto Scandiuzzi, nel ruolo del cardinale Brogni.

L' Orchestra e Coro del Teatro La Fenice saranno diretti da Frédéric Chaslin.

 

IL GIORNALE DI VICENZA
domenica 13 novembre 2005

Protagonista la protesta all’inaugurazione della stagione della Fenice

Dopo il decreto salva-calcio dateci il decreto salva-cultura, diceva più o meno un drappo innalzato nel foyer della Fenice, dove a un tavolo si raccoglievano le firme del pubblico contro i tagli decisi dalla Finanziaria al Fondo Unico dello Spettacolo.

L’inaugurazione della stagione ha visto la protesta protagonista, non senza qualche mugugno da parte del pubblico. Il sovrintendente Giampaolo Vianello – uscito a proscenio con il sindaco e presidente della Fondazione Massimo Cacciari – si è visto rimbeccare da uno spettatore, che ha invitato a smetterla con i "pistolotti", ma nessuno ha fiatato quando Cacciari ha energicamente sottolineato i valori culturali incarnati dalla Fenice, e polemicamente e provocatoriamente ha invitato il governo a smetterla con i tagli progressivi, e piuttosto ad abolire del tutto il FUS.

È stato fatto ascoltare anche un intervento registrato di Pier Luigi Pizzi, accorato nel denunciare l’impoverimento delle proposte determinato da questi tagli e anch’egli incline a un gesto di rottura come sospendere del tutto la stagione, per "far vergognare" di fronte al mondo chi ha deciso questi tagli.

Infine, "spot" anti-tagli anche dalle masse artistiche: un po’macchinoso dal punto di vista teatrale, ma efficace. Il coro ha preso posto a proscenio, e ha attaccato il celeberrimo "Va pensiero", interrompendolo bruscamente a metà. "Perché la musica non sifermi qui – ha chiosato una voce fuori campo – ci interrompiamo adesso per non tacere per sempre". (c.g.)