IL GAZZETTINO
Venerdì, 9 Febbraio 2007

Da sabato La vedova scaltra alla Fenice
Due veneziani per festeggiare il Carnevale

Venezia. La Fenice si affida a due veneziani doc come Ermanno Wolf-Ferrari e Carlo Goldoni per festeggiare il Carnevale. Sarà "La vedova scaltra", commedia lirica in tre atti musicata da Wolf-Ferrari su libretto di Mario Ghisalberti tratto dall'omonima celebre opera di Carlo Goldoni, a tener banco da domani (ore 19) a martedì grasso nel gran teatro di campo San Fantin con la direzione di Karl Martin e la regia di Massimo Gasparon. Un omaggio a un compositore sempre innamorato della sua città, dove questa sua opera non va in scena ormai da oltre trent'anni, e al grande commediografo giusto nel terzo centenario della sua nascita.

"La vedova scaltra" esordì al Teatro dell'Opera di Roma il 5 marzo 1931 per approdare a Venezia, alla Fenice, il 6 maggio successivo, dove venne inserita poi nel cartellone della stagione lirico-sinfonica di primavera del 1947, del Festival internazionale del teatro del 1953, della stagione lirica del 1956 e, l'ultima volta, in quella del 1976. Cinque furono le pièces che Wolf-Ferrari, madre veneziana della quale aggiunse il cognome a quello del padre bavarese, trasse da Goldoni: cominciò con "Le donne curiose" nel 1903 che gli diede il successo, proseguì con "I quatro rusteghi" nel 1906, quella che maggiormente lo ha reso famoso, con "Gli amanti sposi" nel 1925, con la "La vedova scaltra" per finire con "Il campiello" nel 1936. La prima veneziana de "La vedova scaltra" nel 1931, alla quale Wolf-Ferrari assistette, passò quasi inosservata e il compositore dovette aspettare la ripresa del 1947 per ottenere, sempre presente in sala, l'ammirazione del pubblico e il consenso della critica che quindici anni prima era stata piuttosto fredda.

Ma come sarà questa "vedova scaltra" che torna alla Fenice dopo ben trent'anni? "Sarà uno spettacolo forte, non l'ho considerata un'operina ma un'opera vera e propria nella quale giocare con l'ironia della musica per cogliere tutti i messaggi che contiene - spiega il regista Massimo Gasparon, veneziano, allievo prediletto di Pier Luigi Pizzi, che ha curato anche scene e costumi - L'ho sentita subito come un'opera che ha una visione cinematografica, quindi le ho voluto dare un taglio cinematografico partendo dalla vicenda nel clima speciale degli anni '30 per approdare alla Venezia del campo dei giorni nostri". Uno spettacolo incalzante, divertente, effervescente, due ore con ben nove cambi di scena e un solo intervallo al posto dei due goldoniani, che segna anche una novità in quanto con "La vedova scaltra" la Fenice è tornata all'autarchia in fatto di costumi. "È una grande responsabilità perchè è stata riorganizzata una sartoria - spiega il regista - Rubelli ha fornito le stoffe e abbiamo lavorato con i sarti come in un atelier di moda: un lavoro davvero straordinario, solo la protagonista cambia nove volte l'abito". Un allestimento quindi, frutto di una coproduzione con l'Arena di Verona, che resterà un patrimonio della Fondazione veneziana.

Orchestra e coro della Fenice saranno diretti da Karl Martin; regia, scene e costumi sono di Massimo Gasparon ; light designer Wilmo Furian. Il cast vedrà alternarsi nel ruolo di Rosaura Anne-Lise Sollied ed Elisabetta Martorana, in quello di Marionette Elena Rossi e Sabrina Vianello, Claudio Zancopè e Alessandro Giacon in quello di Birif, Luca Favaron e Dionigi D'Ostuni in quell di Folletto; Maurizio Muraro sarà milord Runebif, Emanuele D'Aguanno monsieur Le Bleau, Riccardo Zanellato Don Alvaro di Castiglia, Mark Milhofer il conte di Bosco Nero, Alex Esposito Arlecchino. Direttrice del coro Emanuela Di Pietro. Si replica domenica 11 e domenica 18 alle 15.30, martedì, mercoledì, giovedi della prossima settimana e martedì 20 alle 19.

Giuseppe Tedesco

 

IL GAZZETTINO
Venerdì, 9 Febbraio 2007

Gli altri spettacoli del Carnevale
Quell'eterna sfida tra Goldoni e Gozzi

Se il Carnevale è anche teatro, in tutte le sue declinazioni, protagonisti, ancora una volta, saranno quest'anno i due grandi rivali, Carlo Goldoni e Carlo Gozzi. Da non perdere alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista"Una delle ultime sere di carnovale" del Goldoni, in programma dal 13 al 20 febbraio in uno spazio insolito per l'innovativa regia di Pier Luigi Pizzi e con la partecipazione straordinaria di Walter Bentivegna.Ancora il Goldoni di"Sior Todero Brontolon" per la regia di Toni Andretta e con protagonista Lino Toffolo è di scena al teatro Goldoni il 15 e 16. Il 14 invece, nello stesso teatro, si rappresenta"Il corvo. Favola in maschera"dall'omonima commedia di Gozzi, regia di Michele Modesto Casarin.

Poi ci sono le pene d'amore, un tema che si può declinare in molti modi. In senso ironico, ad esempio, come nel"Tu non sai cos'è l'amore" dal romanzo di Marco Franzoso, in programma dal 15 al 20 al Teatro Fondamenta Nuove per la regia di Giuseppe Emiliani. Oppure l'amore come follia, come suggerisce il titolo del dramma"Follia d'amore", liberamente ispirato a Giulietta e Romeo di Shakespeare , regia di Modesto Casarin, dal 15 al 20.Su questo tema anche"La vedova scaltra" opera lirica di Ermanno Wolf Ferrari, che ritorna in calendario dopo un lungo esilio al Gran Teatro la Fenice. Direttore da Karl Martin, regia di Massimo Gasparon , da domani al 20 febbraio.Sempre domani, al Malibran da segnalare l'Angelo BranduardiEnsemble Scintille di Musica, in "Venezia e il Carnevale".

Lidia Panzeri

 

IL GAZZETTINO
Sabato, 10 Febbraio 2007

La Vedova scaltra di Wolf-Ferrari apre stasera il Carnevale della Fenice

Venezia. Con "La vedova scaltra" - commedia lirica in tre atti su libretto di Mario Ghisalberti tratto dall'omonima commedia di Carlo Goldoni, assente dalla Fenice dal 1976 - prosegue (nel tricentenario della nascita del commediografo veneziano) l'indagine della Fenice sui lavori goldoniani di Ermanno Wolf-Ferrari dopo "I quatro rusteghi" presentati la scorsa stagione. L'opera andrà in scena al Teatro La Fenice con sette rappresentazioni, oggi sabato alle ore 19 (repliche 11, 13, 14, 15, 18 e 20 febbraio).

Alla testa dell'Orchestra e del Coro del Teatro La Fenice vi sarà Karl Martin, specialista del repertorio del 900 storico ma anche ottimo interprete del 700 viennese. Regia, scene e costumi di questo nuovo allestimento sono stati affidati al veneziano Massimo Gasparon. Fra gli interpreti, Alex Esposito nel ruolo comico di Arlecchino, Elena Rossi e Sabrina Vianello in quello di Marionette; Mark Milhofer, Maurizio Muraro, Emanuele D'Aguanno e Riccardo Zanellato in quelli dell'italiano Conte di Bosco Nero, dell'inglese Lord Runebif, del francese Monsieur Le Bleau e dello spagnolo Don Alvaro; Anne-Lise Sollied e Elisabetta Martorana in quello di Rosaura, la vedova scaltra.

Nella storia dell'opera comica italiana del '900, intesa comunque come orientamento retrospettivo di matrice neoclassica, ha un posto di assoluto rilievo Ermanno Wolf-Ferrari, autore tra l'altro di cinque pièces desunte da Goldoni. "La Vedova scaltra", linguisticamente vicina alla produzione primo-novecentesca dello stesso autore nonostante la datazione più inoltrata, ripercorre le modalità espressive dell'opera buffa settecentesca anche facendo ricorso a brevi tratti di recitativo secco con accompagnamento al cembalo, strumento che tra l'altro ricompare nella bellissima aria di Rosaura "Nella notturna selva" dell'atto secondo.

"La vedova scaltra" si svolge a Venezia nel '700. Una giovane, Rosaura, vedova di Stefanello dei Bisognosi, ha quattro corteggiatori di diversa nazionalità, il francese Monsieur Le Bleau, l'italiano Conte di Bosco Nero, l'inglese Milord Runebif, lo spagnolo Don Alvaro di Castiglia, musicalmente caratterizzati in modo assai vivido. Essi cercano di conquistarla, ma per decidere chi di loro sarà suo sposo Rosaura si finge una dama conterranea di ciascuno dei quattro pretendenti, disponibile ad essere facilmente conquistata. Solo il conte di Bosco Nero respinge i suoi approcci e resta fedele alla donna di cui è innamorato: la vedova può così scegliere, restituisce i pegni ottenuti con l'inganno e sposa il nobile italiano.

 

il giornale della musica 01/07

Venezia: alla Fenice La vedova scaltra
Goldoni alla Erté

L’opera di Wolf Ferrari con la regia di Massimo Gasparon.

Sarà La vedova scaltra di Ermanno Wolf-Ferrari il "piatto forte" del Teatro la Fenice per il Carnevale 2007. L’opera, scritta dal compositore veneziano nel 1931 su un libretto che Mario Ghisalberti aveva tratto dall’omonima commedia di Carlo Goldoni – il 2007 è anche l’anno goldoniano – sarà diretta da Karl Martin e vedrà per l’occasione un nuovo allestimento (in scena dal 10 al 20 febbraio) curato dal regista e scenografo Massimo Gasparon, al quale abbiamo chiesto innanzitutto come si è accostato a questo lavoro.

Massimo Gasparon"Come sempre quando affronto un nuovo lavoro il mio punto di partenza è la musica. Ho ascoltato moltissimo l’opera, che non conoscevo precedentemente e sono stato molto colpito dalla bellezza della musica e dalla facilità di comunicazione con cui l’autore l’ha composta. In questo lavoro possiamo dire che la musica venga trattata in modo quasi cinematografico, con dei temi che vengono assegnati a ciascun personaggio e poi intrecciati, rielaborati, un procedimento di rapida confidenza con la musica che rende facile a pubblico entrare subito nell’intreccio".

Come ha lavorato sull’ambientazione?

"La vicenda è settecentesca, ma in realtà anche nella musica di Wolf-Ferrari c’è poco Settecento ed è chiara una scrittura novecentesca in cui confluiscono molti elementi anche del secolo precedente. La sfida è quella di non cadere nel Settecento e nemmeno operare un’attualizzazione ai giorni nostri: io ho preferito puntare l’attenzione sul periodo in cui il compositore scriveva, gli anni Trenta e ho optato per un senso "hollywoodiano", sofisticato, che può ricordare James Ivory, con i costumi intesi quasi come collezioni di moda, ispirandomi ad Adrian, costumista della Garbo, o a Erté, in una continua ricerca dello stile. Seguendo la musica ho poi utilizzato il fatto che l’opera si svolga a Venezia e a Carnevale e nella prima parte troviamo appunto costumi anni Trenta, mentre nella seconda, nel pieno del Carnevale, ho ricreato un settecento vistoso, sognante, con una ricerca cromatica sui bianchi e neri, per dare anche l’idea di una Venezia un po’ speciale e lontana dai luoghi comuni, la Venezia che solo chi come me la vive, conosce bene".

Una delle caratteristiche della Vedova scaltra è la presenza di quattro corteggiatori di diversa nazionalità, il francese, l’italiano, l’inglese e lo spagnolo, sembra l’inizio di una barzelletta!

"In effetti sono proprio loro! Chiaramente rispetto a quegli anni la differenza tra le nazioni è molto diminuita, è linguistica, ma come abitudini c’è una forte omologazione, per cui ho trovato più interessante rimanere in quell’ambito, anche con i costumi, che sono stati creati apposta nella nuova sartoria interna al Teatro. Mi sono sbizzarrito, rifacendomi a molti stili, attento a non cadere mai nel realismo".

Il 2007 è tra l’altro l’anno goldoniano.

"Certo, e sono molto contento che a venire rappresentata sia proprio La vedova scaltra, in cui il testo di Goldoni è rispettato al 100%. Il librettista ha solo ridotto i personaggi, ma quel che c’è nella trama è assolutamente quello che scrisse Goldoni. L’opera sarà integrale, ho deciso di fare un solo intervallo – contro i due originali che separano i tre atti – suddividendo così il tempo in due parti omogenee, una nella casa e l’altra all’aperto".

Alla Fenice a metà gennaio sono stati anche nominati il nuovo direttore artistico Fortunato Ortombina e il nuovo direttore musicale Eliahu Inbal. Ortombina al teatro veneziano aveva già esercitato il ruolo di "direttore della programmazione artistica" tra l’estate del 2001 e l’autunno del 2003, anno in cui aveva assunto l’incarico di coordinatore della direzione artistica del Teatro alla Scala.

Enrico Bettinello