Elektra, l'esplorazione di un'umanità violenta Venezia. Secondo appuntamento della stagione lirica della Fenice domani sera alle 19 con "Elektra" di Richard Strauss affidata alla bacchetta del direttore musicale della Fondazione Eliahu Inbal nell'allestimento del teatro San Carlo di Napoli che gli valse il Premio Abbiati 2004 come miglior spettacolo del 2003. Un titolo che manca da ben 27 anni dal cartellone del teatro veneziano visto che l'ultima rappresentazione risale al dicembre 1971 con Regina Resnik nel doppio ruolo di Clitennestra e di regista dello spettacolo e le scene e i costumi di Arbit Blatas, marito del celebre soprano. Composta in pochi mesi nel 1908, tra luglio e settembre, primo episodio della fruttuosa collaborazione tra Strauss e il poeta, drammaturgo e saggista Hugo von Hofmannsthal, "Elektra" approdò alla Fenice solo trent'anni dopo, il 30 aprile 1938, presente lo stesso compositore che fu prodigo di consigli per l'allora giovanissimo direttore veneziano Nino Sanzogno che doveva poi diventare una star internazionale e una colonna della stessa Fenice. E per trovare ancora l'opera di Strauss nel cartellone della Fenice bisogna andare al 1961. Tratta dalle celebre tragedia di Sofocle, "Elektra" bissò il successo di pochi anni prima di "Salomè", tratta da Oscar Wilde, e grazie all'incontro con von Hofmannsthal diede inizio a una fortunata serie di capolavori del teatro musicale del Novecento che annovera "Der Rosenkavalier" (1911), "Ariadne auf Naxos" (1912) "Die Frau ohne Schatten" (1919) "Die ägyptische Helena" (1928) e "Arabella" (1933). Per il maestro Inbal si tratta della prima direzione di opera alla Fenice da quando ha assunto il ruolo di direttore musicale della Fondazione. "Il fatto curioso è che la mia prima opera in assoluto fu proprio "Elektra " a Bologna nella stagione 1968-1969 - ricorda il direttore - E solo dopo mi hanno spiegato che Karajan aveva dichiarato che era l'opera più difficile e non la dirigeva più da un sacco di anni, che Sölti la giudicava pure difficile: ma io non lo sapevo o l'ha affrontata come fosse un'opera qualunque. Fu un trionfo, con un cast tutto italiano che cantava sì in tedesco ma con la tecnica italiana: il meglio per il repertorio tedesco". Ma questa partitura è davvero così terribile? "Per i cantanti è difficile perchè spreme tutte le loro energie anche se non è lunga come un atto del "Crepuscolo degli dei" - afferma il maestro Inbal - e anche per l'orchestra perchè è molto virtuosistica. E per il direttore vale quello che diceva un grande violinista: difficile? cosa vuol dire difficile, io lo lavoro finchè diventa facile. E per questo ho lavorato molto intensamente". L'allestimento dell'opera è una garanzia. "Sì, anche perchè Grber è venuto a collaborare di persona per farlo rivivere, senza lasciarlo ai collaboratori - precisa il direttore - E uno spettacolo molto forte con una concezione coerente alla tragedia greca". Il maestro Inbal, come direttore musicale, cosa può fare per questa Fenice che, al pari delle altre Fondazioni liriche, lotta per sopravvivere? "Il mio lavoro è il più facile da descrivere - osserva il maestro - lavoro con l'orchestra e il coro, devo vedere che siano ben preparati, coesi, motivati: l'ho fatto sempre in tutti i teatri che ho diretto e le masse artistiche hanno fatto progressi. Però nei teatri italiani c'è sempre questa insicurezza legata ai soldi che ci sono o non ci sono, all'organico dei musicisti che si può allargare o restringere per risparmiare, gli stessi stipendi dei musicisti non sono in linea con quelli di altri paesi. Il paese più solido in questo senso è la Germania per una ragione molto semplice: danno molto più denaro alla cultura. Dove per soggetto si intende il governo, la città, l'ente pubblico". Inbal dirigerà orchestra e coro della Fenice, quest'ultimo per la prima volta affidato ad Alfonso Caiani; la regia è di Klaus Michael Grber, ripresa a Venezia da Ellen Hammer; scene e costumi sono di Anselm Kiefer, ripresi per la Fenice da Cristoff Wiesinger e Ursula Patzak; le luci di Guido Levi. Il cast vede Mette Ejsing nel ruolo di Clitennestra, Gabriele Schnaut in alternanza con Brigitte Pinter in quello di Elettra, Elena Nebera in quello di Crisotemide, Kurt Azesberger in quello di Egisto, Peter Edelmann in quello di Oreste. Lo spettacolo, in lingua originale con sopratitoli in italiano, si replica mercoledì 5 marzo e martedì 11 alle 19 e domenica 2 e sabato 8 alle 15.30. Giuseppe Tedesco |
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Da questa sera al Teatro La Fenice l'"Elektra" di Richard Strauss Venezia. Va in scena oggi alle 19 - al teatro La Fenice - "Elektra", tragedia in un atto op. 58di Richard Strauss su libretto di Hugo von Hofmannsthal da Sofocle. L'opera sarà diretta da Eliahu Inbal, direttore musicale della Fondazione Teatro La Fenice, coadiuvato dal direttore del Coro Alfonso Caiani. L'opera sarà presentata nell'allestimento della Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli, vincitore del Premio Abbiati 2004 come miglior spettacolo del 2003: mentre la regia è di Klaus Michael Grüber. Lo spettacolo, in lingua originale con sopratitoli in italiano, avrà cinque repliche - tutte in abbonamento nella Stagione lirica 2008 - oltre a stasera (turni A1-A2), domenica 2 marzo alle ore 15.30 (turni B1-B2), mercoledì 5 alle 19 (turni E1-E2), sabato 8 alle 15.30 (turni C1-C2) e martedì 11 alle 19 (turni D1-D2). Dopo il grande successo di Salome tratta da Oscar Wilde (1905), Richard Strauss nel 1906 si mise alla ricerca di un nuovo soggetto: la scelta cadde su Elektra di Sofocle "riscritta per le scene tedesche da Hugo von Hofmannsthal", che aveva visto a Berlino nel 1903 con la stessa attrice protagonista di Salome, Gertrud Eysoldt. Poeta, drammaturgo e saggista, Hofmannsthal proveniva da una ricca famiglia viennese, era più giovane di Strauss di circa dieci anni e la sua formazione culturale era molto diversa da quella del musicista. Composta tra luglio e settembre 1908, Elektra segna il primo episodio di una collaborazione destinata a produrre alcuni vertici del teatro musicale novecentesco come Der Rosenkavalier (1911), Ariadne auf Naxos (1912), Die Frau ohne Schatten (1919), Die ägyptische Helena (1928) e Arabella (1933). In quest'atto unico, ambientato nella reggia degli Atridi a Micene, si esplora un'umanità violenta sotto "il cielo misterioso e fatale della Grecia preclassica". Elettra, sorella di Oreste e Cristotemide, è figlia del re di Micene Agamennone, partito per la guerra di Troia. La moglie Clitennestra e il suo amante, Egisto, uccidono a tradimento Agamennone al suo ritorno e fanno esiliare Oreste. Hofmannsthal mantiene a grandi linee lo svolgimento della tragedia sofoclea, ma l'interpretazione dei fatti è passata attraverso le recenti acquisizioni psicologiche e letterarie. |
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