IL GAZZETTINO
17 ottobre 2008

Nabucco, il penultimo titolo della stagione lirica della Fenice

Venezia. Nono appuntamento della stagione lirica della Fenice domani alle 19 (in diretta su Rai Radio3) con "Nabucco " di Giuseppe Verdi diretto da Renato Palumbo per la regia di Gnter Krämer. Per l'occasione la famosa opera verdiana sarà "adottata" dall'Autorità portuale di Venezia e da Apv Investimenti che inaugurano in questo modo una nuova forma di sponsorizzazione delle attività culturali della Fondazione lirica nell'ambito del progetto di found raising riservato alle aziende.

"Nabucco " è un titolo che ha trovato spazio nel cartellone della Fenice solo quattro volte dal dopoguerra ai giorni nostri, anche se l'ultima rappresentazione è piuttosto recente risalendo alla stagione 2003-2004 nell'allora Palafenice dell'isola del Tronchetto durante il lungo esilio in seguito al disastroso incendio del Gran teatro di campo San Fantin. Ma questo sarà un "Nabucco" senz'altro originale: un Nabucco moderno dove gli ebrei in fuga ricordano più i pogrom del secolo scorso che la vicenda storica raccontata dal libretto di Temistocle Solera; e soprattutto un Nabucco nudo e buio, praticamente senza scene, dove le strutture del palcoscenico fanno da sfondo a tutte quattro le scene supportate solamente da un tulle e da un sapiente gioco di luci che in certi momenti si estende all'intera sala del teatro con versi in aramaico della Torà proiettati sui fregi dei palchi. "L'allestimento - spiega il regista tedesco - viene da un'idea che ho già messo in scena a Vienna e che ora ho sviluppato proprio per la Fenice: il problema è sempre lo stesso, era serio ai tempi degli assiri-bailonesi ed è serio oggi, purtroppo; è uno scontro tra popoli, uno scontro tra religioni con ostaggi ed esplosioni di violenza. E io voglio mostrare i sentimenti dei personaggi e del coro: Verdi è come Shakespeare, sempre attuale". E in effetti, la scena nuda e cruda, gli abiti neri, l'atmosfera ovattata finiscono per esaltare la musica e la drammaturgia.

"Nabucco " segna anche l'esordio alla Fenice del maestro trevigiano Renato Palumbo, il quale ha già avuto però l'onore di dirigere orchestra e coro della Fenice durante la prima tournee in Giappone del 2001. "È un'esperienza bellissima - ammette il maestro di Montebelluna - Il fatto di entrare in questo teatro, adesso che il chiarore del rinnovo si è smorzato ed è diventato quasi più bello di prima, è un'emozione grandissima, sembra veramente di essere a casa".

"Il teatro si può fare in molti modi, l'importante è che si faccia con intelligenza - afferma a proposito dell'originale regia di Krämer - Il mio interesse primario è quello di difendere la drammaturgia dell'opera, non mi pongo il problema se da vedere è bella o brutta: in Germania attualmente otto opere su dieci si fanno così e forse per gli artisti il fatto di essere quasi completamente spogliati dell'aiuto scenico li ha fatti molto più lavorare sui personaggi e sui loro sentimenti".

Ben tre i cast che si alterneranno nelle parti principali: Alberto Gazale, Piero Terranova e Leo Nucci nel ruolo di Nabucco ; Roberto De Biasio e Alessandro Liberatore in quello di Ismaele; Ferruccio Furlanetto, Kostantin Gorny e Michail Ryssov in quello di Zaccaria; Paoletta Marrocu e Alessandra Rezza in quello di Abigaille; Anna Smirnova e Tiziana Carraro in quello di Fenena; Elisabetta Martorana e Francesca Sassu in quello di Anna; Francesco Musinu sarà il gran sacerdote di Belo e Luca Casalin sarà Abdallo. Regia e scene sono di Gnter Krämer, i costumi di Falk Bauer, light designer Guido Petzold, direttore del coro Claudio Marino Moretti. Si replica mercoledì, venerdì e sabato della prossima settimana alle 19, domenica alle 15.30 e ancora martedì 28 alle 17 e mercoledì 29 alle 19.

Giuseppe Tedesco

 

la Nuova di Venezia
18 ottobre 2008

"Nabucco" da tutto esaurito

VENEZIA. Il Nabucco di Verdi, opera della stagione lirica della Fenice che va in scena da domani, è stata adottata dall’Autorità Portuale di Venezia e da APV Investimenti. Otto sono le recite previste, già esaurite; la prima (ore 19) sarà trasmessa in diretta da Rai Radiotre. Renato Palumbo dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice (direttore del Coro Claudio Marino Moretti). Nel cast si alterneranno Alberto Gazale, Piero Terranova e Leo Nucci nel ruolo di Nabucco; Roberto De Biasio e Alessandro Liberatore in quello di Ismaele; Ferruccio Furlanetto, Konstantin Gorny e Michail Ryssov in quello di Zaccaria; Paoletta Marrocu e Alessandra Rezza in quello di Abigaille; Anna Smirnova e Tiziana Carraro in quello di Fenena. Altri interpreti: Francesco Musinu, Luca Casalin, Elisabetta Martorana, Francesca Sassu. L’opera sarà proposta in un nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice con regia e scene di Günter Krámer, costumi di Falk Bauer, luci di Guido Petzold. Repliche: 21, 22, 24, 25 (recita riservata a Il Sipario Musicale), 26, 28 e 29 (fuori abbonamento) ottobre. L’iniziativa "Adotta un’opera" è progetto riservato alle aziende nell’ambito delle attività di found raising svolte dalla società società Fest-Fenice Servizi Teatrali.

Il librettista Temistocle Solera, già collaboratore di Verdi per Oberto, conte di San Bonifacio e futuro estensore di Attila, attinse dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu (Parigi 1836) e dall’omonimo ballo storico di Antonio Cortesi (Teatro alla Scala 1838). Verdi iniziò a lavorare all’opera nel maggio 1841. Verdi da giovane ricercava precisamente drammi dai contenuti "forti" e dalle contrapposizioni nette, semplici e, per l’appunto, "melodrammatiche" perché più adatte ad una drammaturgia musicale dalle tinte accese ed intense, concepita per il massimo coinvolgimento emotivo dell’ascoltatore. È possibile inoltre che l’affinità di soggetto con gli esempi di opere "corali" rossiniane potesse in qualche modo stimolare Verdi all’emulazione. Non secondario, per il successo dell’opera, fu anche il cast a disposizione, che comprendeva il più celebre baritono dell’epoca, Giorgio Ronconi, il soprano Giuseppina Strepponi e il basso profondo Prosper Dérivis. Nabucco è anche un dramma d’individui, che incontra un culmine di rarefatta e raffinata delicatezza d’orchestrazione nella conclusione e un momento d’altissima individuazione drammatica nella delineazione degli alterni stati d’animo che avvincono Nabucco al termine del secondo atto. Insieme a "Va’ pensiero", questi episodi rappresentano i momenti più alti d’una drammaturgia fondamentalmente nuova, fondata sull’idea della resa teatrale da perseguire a qualsiasi costo.

 

Teatro La Fenice in difficoltà e il Porto "adotta" il Nabucco

Venezia. Se la Fenice piange per i tagli al Fus, il Fondo unico per lo spettacolo ed è alla ricerca di nuovi sponsor, a darli temporaneamente una mano arriva l’Autorità portuale di Venezia, che - aderendo al progetto della Fondazione "Adotta un’opera", ha investito circa 150 mila euro per il nuovo allestimento del Nabucco di Giuseppe Verdi, in cambio della possibilità di ospitare in alcune serate una platea di propri invitati. A annunciare la collaborazione ieri è stato il nuovo presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa con il direttore artistico del teatro, Fortunato Ortombina. "Con questa iniziativa - ha detto Costa - non solo si applicano le direttive europee "per migliorare l’immagine dei porti e l’integrazione nella loro città", ma si contribuisce all’attività della principale realtà culturale veneziana".

La prima delle otto recite previste del Nabucco andrà in scena il prossimo 19 ottobre. "Non è solo un’opera che si rappresenta alla ’Fenice’ - ha detto Ortombina - perchè la Fenice stessa le farà da scenografia, con il suo intero palcoscenico".

La regia è stata affidata a Gunter Kramer, mentre l’orchestra e il coro saranno diretti da Renato Palumbo. Si cercano, intanto, nuovi fondi e lunedì sarà presentato il "Fenice Day" per chiedere il contributo della città.

 

la Nuova di Venezia
20 ottobre 2008

Il Nabucco riempie il teatro La Fenice

Il palco vuoto illuminato di blu e due danzatori: così è iniziata l’ouverture del Nabucco diretto dal maestro Renato Palumbo per la regia di Gunter Krämer, in diretta radiofonica Rai. Una prima assoluta in tutti i sensi, visto che l’opera è stata "adottata" dall’Autorità Portuale di Venezia che ha dato un generoso contributo alla Fenice, in tempi davvero duri per la lirica italiana. Non sembrava esserci però aria di crisi nelle sale Apollinee che hanno visto gli ospiti riuniti per l’aperitivo e che li hanno ritrovati poi per la riservatissima cena curata dai Do Forni con piatti dal sapore orientale per essere in tema con la grandiosa opera verdiana. Smoking per i signori e nero declinato in tutte le forme e lunghezze possibili per le signore, da Maura Costa scollatissima con borsina dorata e bigiotteria d’epoca a Roberta Rossi in Givenchy alta moda con scarpe di pizzo. Un parterre d’eccezione con esponenti del Ministero dei Trasporti, armatori, tra cui l’israeliano Bogatch e il veneziano Paolo Bortolotti, e politici. Si son visti Davide Zoggia con moglie in abito color crema plissettato, Mara Rumiz e Augusto Salvadori, oltre agli abbonati di sempre, veneziani e non, che hanno riempito il teatro in ogni ordine di posti. Tra chiacchiere serie e semiserie, il penoso problema dei tagli alla lirica proposti dal ministro Bondi ha fatto la parte del leone, facendo per una volta coincidere le opinioni di tutti.

Anna Majani, la signora dei cioccolatini Fiat giusto per capirsi, che quando è a New York in sette giorni va in nove teatri, era furibonda: "È assurdo. La lirica è la forza assoluta del teatro italiano. Cambiamo le regole e facciamo sopravvivere i teatri che tutto il mondo ci invidia". Così Fabio Cerchiai, presidente dell’Associazione Assicuratori: "I tagli saranno un grande problema e non si prevede un roseo futuro". "Un disastro che non mi sarei mai aspettata - confessa una sempre affascinante Barbara di Valmarana - e poi è una grande ingiustizia privilegiare la Scala e Santa Cecilia". La contessa spera che l’intera città si mobiliti per il Fenice Day previsto per il 22 novembre e non le manda a dire a un signore arrivato in jeans, maglione e giubbotto: "Siamo a una prima, non a una scalata dell’Everst!" (Alessandra Artale)